C’è molto più che una buona idea, dietro un nome di successo. Il nome di un prodotto, intendiamo: quello che nasce da un’attività professionale di naming. Che non può essere improvvisata o affidata a una buona intuizione: il naming è uno studio paziente e approfondito, un’analisi logica e semantica, la traduzione di un insieme di valori e di emozioni. Un esempio? La nuova farina del Molino Martinetto, storica azienda molitoria del Canavese: un prodotto nuovo, una linea d’eccellenza, che conserva il valore di base di tutte le farine di questo nostro simpaticissimo Cliente – la totale assenza di additivi e conservanti – ma si differenza da tutte le altre per il suo… quarto di nobiltà.
Che nome dare a questo nuovo straordinario prodotto? E’ qui che la strategia di comunicazione entra in azione. Perché il naming – come dicevamo poco fa – deve trovare un nome che trasmetta valori ed emozioni, ma deve anche e soprattutto posizionare il prodotto, tenere contro della strategia di marketing, portarlo là dove il produttore desidera. Capito perché non basta una buona idea? Ci vuole un’idea giusta. Nel caso di questa nuova farina, il naming ha prodotto numerosi risultati utili, ma il nome prescelto è il più forte. Non necessariamente il più bello, né il più creativo, ma il più giusto in funzione degli obiettivi di marketing nel segmento di mercato identificato.
La nuova farina del nostro Cliente, così come definita dalla nostra attività di Naming, è Nobile perché è superiore. E’ Nobile perché prodotta con i grani più puri di un territorio ben delimitato, il Canavese. E’ Nobile perché ha un pedigree o, più banalmente, un attestato di certificazione di filiera. E’ Nobile perché macinata lentamente, nel rispetto delle proprietà nutritive e organolettiche di ogni chiccco di grano. E’ Nobile perché prodotta da un molino che esisteva già nel Cinquecento, quando apparteneva a una casata di Marchesi. E’ Nobile perché dedicata ai palati sopraffini e agli impastatori, ai pizzazioli, ai panificatori e ai ristoratori più esigenti. E’ Nobile perché è unica.
Ma un buon naming ha bisogno di un altrettanto valido progetto grafico. Perché La Nobile non può certo vestirsi con un involucro comune. E così, dall’esperienza della nostra Art Director è nato un sacco unico nel suo genere. Anche in questo caso, molto più che pura bellezza: strategia, per un preciso prozionamento sul mercato di una farina che deve trasmettere grazia e purezza: nelle sillabe del nome, nella linea grafica della sua immagine, nell’anima di ogni singolo consumatore.
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